lunedì 1 settembre 2008

Ne abbiamo le tasche piene

è uno sfogo, ma c'è il suo motivo. credo sia giunto il momento di non lasciare che le cose si sistemino da sole, che si possa essere ancora indifferenti.
Non so voi ma io mi sono stufato di pessimo giornalismo. Almeno si informassero, li avessimo mai visti.

Con mexi abbiamo fatto un post su +blog e invitiamo tutti quelli che qui lavorano, studiano, pensano, vivono, ad aggiungere la propria opinione...

ecco la mia

non so se questo articolo è stato scritto per stiimolare seppure rozzamente una risposta di quanti, professionisti della comunicazione, creativi, architetti, designer, imprenditori lavorano impegnano tempo, denaro, risorse nei mondi immersivi oppure è il risultato di ignoranza, malafede e qualunquismo.

Se è per il primo motivo, devo dire che il bisogno non c'è, dato che siamo tutti vivi e vegeti, e anzi particolarmente attenti a quanto avviene nel mondo dei media del secolo scorso, che per quanto siano in estinzione trovano il modo di causare danni in modo più o meno consapevole, a chi per bestialità scritte su un giornale autorevole da persone in un momento di cattiva digestione, deve ritornare a giustificare, dettagliare a partner, clienti, sponsor il proprio operato e la propria strategia.
Come se ce ne fosse bisogno.
Non bastano i 300 milioni di dollari investiti nel virtuale nei primi due quarter dell'anno 2008 , non bastano i 5 anni di sviluppo costante di una piattaforma che si posiziona in una fascia complicatissima quella degli user over 30 anni, che sono nel metaverso per Produrre e capitalizzare esperienza, basta dare un'occhiata ai dati di Kzero per capire come prototipazione, simulazione, laboratorio trovano negli ambienti immersivi di second life una risorsa a dir poco straordinaria.

Se invece non credete ai numeri contraffatti, credete almeno alla gente, che dal catasto di Cagliari ( non parlerò mai più male degli impiegati del catasto) , agli artisiti che vi operano e che creano nuovi formati , alle istituzioni del made in italy e del design , agli editori ( si! proprio loro!), alle istituzioni.
Non voglio aggiungerne altri, non c'è spazio, sarebbero centinaia.
Tante sono le comunità di pratiche, conosciute altrimenti come community, in questa nicchia ben viva e feconda, di società, di lavoro e di intelligenza.
Ditelo al giornalista della Stampa.
Ditegli che lo stiamo aspettando, ma non come morti avatar, ma come gente molto, molto stanca di sentire stupidaggini: garbage in, garbage out: se entra spazzatura, esce spazzatura.